
Bresciano classe 1984, Michele Roscini Vitali si avvicina alla montagna grazie alla madre. Oggi la sua passione è il freeride e collabora con Head, Out of, Zainer e Guasto Beanies per lo sviluppo di materiali tecnici.
Lo abbiamo intervistato per conoscere le ultime frontiere dell’innovazione nel campo skiwear ed avere qualche consiglio per chi vorrebbe avvicinarsi al freeride.
Come nasce la tua passione per la neve?
La mia storia nasce tanti anni fa quando mia mamma mi portava nello zaino sulle piste da sci, forse era un po’ matta a farlo ma questo ha fatto si che mi sia innamorato della neve. Dopo un po’ di anni di gavetta agonistica ho sviluppato una grande passione per i materiali, che mi ha portato a conoscere a memoria ogni singolo modello di sci in commercio (forse avrei dovuto studiare di più le materie scolastiche!).
Mentre studiavo all’università ho cominciato a lavorare in un negozio specializzato nel campo dello sci alpino. Grazie al mio capo, mi sono avvicinato al mondo del freeride e sempre grazie a lui, che mi ha dato fiducia, ho avuto modo di ampliare il suo negozio con un mondo nuovo, il freeski. Ai tempi il freeski era una cosa quasi sconosciuta e le aziende cercavano di spingere questo nuovo mercato, così ebbi l’occasione di provare tantissimi materiali. Da lì è cominciata la mia collaborazione con Dalbello come tester per la ricerca e sviluppo, che mi ha permesso di crescere il mio bagaglio culturale. Dopo tanti anni di bellissima collaborazione con la famiglia Dalbello e con il loro designer Francesco, ho deciso di lanciarmi in una nuova sfida approdando nel mondo Head dove ho avuto modo di seguire da zero il loro scarpone da freeride. I test dei materiali sono sempre stati la mia passione e sono una parte importante del mio amore per la neve, infatti oltre che con Head ho una collaborazione con altri marchi, Out of per le maschere, Zanier per i guanti e Guasto Beanies. Questo mi porta a non stare mai fermo e cercare sempre nuove soluzioni e visitare nuovi posti.
Dove si sta spingendo l’innovazione nel settore sportswear per lo sci?
Credo che la direzione presa dall’industria possa essere riassunta in poche parole con: leggerezza, protezione, traspirabilitá ed ecosostenibilitá.
In particolare mi piace soffermarmi sull’aspetto green di alcuni marchi ,come Picture o Peak Performance per citarne alcuni, perché credo che sia questo il vero traguardo più importante in quanto ormai i materiali a livello di prestazioni hanno poco da migliorare. La vera innovazione sta appunto nel raggiungere il top cercando però di preservare l’ambiente che ci circonda.
Da amante del freeride, che consigli daresti ad un giovane che vuole approcciarsi a questa disciplina?
Il freeride è uno sport bellissimo e dà sensazioni uniche, però la montagna é un Signora e come tale va rispettata e Le va sempre dato del Lei. A chi si avvicina a questo mondo consiglierei di frequentare un safety camp (grazie al cielo stanno diventando sempre più frequenti) e poi per i primi periodi di uscire con persone esperte, guide alpine o maestri con specializzazione freeride, cosí da imparare a muoversi in questo ambiente magnifico senza correre pericoli inutili.
Ski, boots and mountain stuff tester, mountain biker and freerider. In one word #mountainlover
“La montagna é un Signora e come tale va rispettata”, concordiamo in pieno. Troppo spesso vediamo tagliare sulla sicurezza durante l’avvicinamento al freeride quando uso di Arva, kit di soccorso e accompagnamento di un professionista sono fondamentali per vivere il freeride in sicurezza ed al meglio.
Proprio per questo tutti i camp freeride UCPA, anche quelli più avanzati, includono sempre uscite con guida qualificata, attrezzatura di sicurezza e safety briefing.
Così termina la nostra prima intervista. Grazie Michele per la tua disponibilità, ci auguriamo di incontrarti sulle piste quest’inverno. Magari a Serre Chevalier, dove farà base il team di UCPA Vacanze per la stagione invernale.
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